Fondo d’emergenza: cos’è, quanto serve e dove tenerlo
04/11/2025
Tempo di lettura 3 min
04/11/2025
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Prima di parlare di investimenti, è necessario partire da un concetto più semplice ma fondamentale: la gestione della liquidità.
Il fondo d’emergenza è il primo passo concreto di ogni piano finanziario ben costruito.
Serve a garantire la stabilità del bilancio personale o familiare in caso di imprevisti, senza dover vendere investimenti o ricorrere al debito.
Si tratta di una somma accantonata e sempre disponibile, pensata per coprire spese impreviste: un guasto domestico, un periodo di inattività lavorativa, o una spesa sanitaria urgente.
Non è un investimento e non ha l’obiettivo di generare rendimento. È semplicemente una riserva di liquidità immediatamente accessibile.
L’importo ideale dipende dal profilo della persona e dalla stabilità del reddito.
Chi ha un lavoro dipendente stabile può prevedere un fondo pari a 3–6 mesi di spese essenziali.
Chi ha un reddito variabile o autonomo dovrebbe puntare a 6–9 mesi.
Per spese essenziali si intendono tutte quelle necessarie per mantenere lo stile di vita di base: affitto o mutuo, utenze, alimentari, trasporti, assicurazioni, ecc.
In altre parole, se le tue spese mensili ammontano a 1.000 €, il fondo d’emergenza dovrebbe collocarsi tra 3.000 e 9.000 € a seconda della tua situazione.
La priorità è la disponibilità immediata, non il rendimento.
Il fondo deve essere liquido e sicuro, quindi gli strumenti più indicati sono:
Conto deposito svincolabile, per ottenere un minimo di rendimento mantenendo la possibilità di prelievo.
Fondi monetari o ETF a breve termine, solo per una parte ridotta e in presenza di tolleranza minima alla volatilità.
Non ha senso esporsi al rischio di mercato per cercare un rendimento marginale.
La funzione del fondo d’emergenza è proteggere, non crescere.
Definisci l’obiettivo. Calcola le spese essenziali mensili e moltiplicale per il numero di mesi che vuoi coprire.
Procedi per gradi. Se la cifra finale ti sembra elevata, puoi costruire il fondo progressivamente con versamenti regolari.
Tieni i conti separati. Evita di mescolare il fondo con la liquidità destinata alle spese correnti o agli investimenti.
Aggiorna periodicamente. Il livello delle spese cambia nel tempo: rivedi l’importo ogni 12–18 mesi.
Un approccio graduale permette di integrare la costruzione del fondo nel normale risparmio mensile, senza compromettere altri obiettivi finanziari.
Un fondo d’emergenza ben calibrato riduce la necessità di liquidare investimenti in momenti sfavorevoli e aiuta a mantenere una pianificazione coerente anche in presenza di imprevisti.
È, di fatto, un ammortizzatore finanziario che permette di preservare la componente di lungo periodo del portafoglio.
La sua esistenza aumenta la stabilità complessiva del piano e la capacità di sopportare la volatilità dei mercati.
Molti investitori sottovalutano questo aspetto, ma è uno degli elementi che maggiormente incidono sulla tenuta nel tempo delle strategie di investimento.
È la prima componente da costruire in un piano finanziario.
Serve a coprire 3–9 mesi di spese essenziali, a seconda della stabilità del reddito.
Va mantenuto in strumenti liquidi e sicuri.
Riduce la necessità di interventi sul portafoglio in momenti sfavorevoli.
Il fondo d’emergenza non genera rendimento, ma preserva la capacità di investire con continuità.
È il punto di partenza per qualsiasi percorso di pianificazione consapevole.