La pensione che avrai non basterà
09/09/2025
Tempo di lettura 4 min
09/09/2025
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Quando si parla di futuro e pensione, in Italia la maggior parte delle persone ha due atteggiamenti:
chi non ci pensa affatto, perché “manca troppo tempo”;
chi si rassegna, convinto che “tanto non ci sarà nulla”.
Entrambi gli approcci hanno un problema: ci lasciano fermi, immobili. E intanto il tempo corre.
Il sistema previdenziale italiano funziona a ripartizione: i lavoratori di oggi pagano le pensioni di chi è già in pensione.
Un modello che ha funzionato bene quando la popolazione cresceva e c’erano molti giovani lavoratori per ogni pensionato.
Oggi la situazione è capovolta: pochi giovani, tanti pensionati, aspettative di vita più lunghe. Risultato? L’assegno futuro sarà molto più basso rispetto all’ultimo stipendio.
Le stime ufficiali parlano chiaro: per un trentenne o quarantenne di oggi, il tasso di sostituzione (cioè la percentuale di stipendio che la pensione andrà a coprire) potrà scendere al 50-60%. In pratica: se oggi guadagni 2.000 euro al mese, la tua pensione potrebbe essere di 1.000–1.200 euro.
Domanda: ti basta per mantenere lo stesso tenore di vita?
Non si tratta di dipingere scenari apocalittici, ma di guardare in faccia la realtà. Il sistema reggerà, ma scaricherà sempre più responsabilità sui singoli.
In altre parole: la pensione pubblica ci sarà, ma sarà una base minima. Non il pilastro unico su cui contare.
Eppure tanti continuano a pensare “ci penserò più avanti”. Il problema è che “più avanti” significa dover fare di più, con meno tempo a disposizione.
Il primo passo è capire da dove parti: calcolare la pensione pubblica attesa e confrontarla con le spese che vorresti sostenere. Questo ti dà un’idea del divario da colmare.
Da lì, ci sono diverse strade possibili. La pensione complementare, con fondi pensione e PIP, può essere uno strumento utile grazie ai vantaggi fiscali. Un piano di investimento personale, con un mix di liquidità, strumenti di crescita e strumenti più stabili, permette di costruire un capitale nel tempo. Altri possono valutare soluzioni alternative, purché abbiano un ruolo chiaro all’interno del percorso.
La verità è che non basta scegliere una strada a caso: serve un piano. Informarsi, capire come funzionano le opzioni disponibili e inserirle in una strategia coerente con i propri obiettivi è l’unico modo per arrivare preparati.
In questo senso non è una questione di trovare lo “strumento perfetto”, ma di dare a ciascun tassello il suo ruolo, sapendo dove ti deve portare.
Troppo spesso viviamo la pensione come qualcosa di lontano e quasi astratto. Ma non riguarda solo “il futuro”: riguarda le scelte di oggi. Ogni euro speso, risparmiato o investito contribuisce a disegnare quella parte della vita in cui non lavoreremo più (o lavoreremo meno).
La vera domanda quindi non è “quanto prenderò di pensione?”, ma “che vita voglio avere quando smetterò di lavorare?”.
E a partire da quella risposta, costruire un percorso finanziario coerente.
La pensione pubblica sarà un punto di partenza, non di arrivo.
La differenza la farà la capacità di integrare con risorse personali, piani d’investimento e un approccio consapevole al risparmio.
Non si tratta di diventare esperti di finanza o di rinunciare a vivere bene oggi, ma di mettere in equilibrio presente e futuro.
Perché la libertà, anche quella di godersi la pensione, non si improvvisa: si prepara.