Inflazione: il costo sempre presente
19/08/2025
Tempo di lettura 3 min
19/08/2025
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Quando si parla di inflazione molti pensano a un concetto tecnico, da manuale di economia. In realtà è una cosa molto concreta: la vita che costa di più. Un caffè che vent’anni fa pagavi 80 centesimi oggi lo trovi a 1,30. L’affitto, le vacanze, il pane: tutto è salito, anche se con velocità diverse a seconda dei periodi.
Ci sono stati anni in cui l’inflazione era bassissima, quasi invisibile. E altri, come di recente, in cui si è fatta sentire forte, arrivando a percentuali che hanno spaventato famiglie e imprese. Ma c’è un dato di fondo che non cambia: l’inflazione non scompare mai del tutto. Anche quando non fa notizia, lavora in silenzio e scava sotto i nostri piedi.
Se lasci i soldi sul conto, ogni anno valgono un po’ meno. Non perché qualcuno te li porti via, ma perché puoi comprarci meno cose.
Per esempio: un’utilitaria usata che nel 2010 costava 5.000 euro oggi spesso ne vale 8.000 o più, anche a parità di modello ed età.
Questo è causato dell’inflazione che, lentamente, erode il valore reale del denaro.
Molti si sentono tranquilli con grandi cifre ferme sul conto. Ma è una sicurezza solo apparente: quei soldi non stanno fermi, scivolano piano piano verso il basso.
Pensare all’inflazione solo come “pane e benzina più cari” è riduttivo. Gli effetti veri si vedono sulle scelte di lungo periodo.
Pensione: chi immagina di vivere con 2.000 euro al mese tra 30 anni rischia di scoprire che, in realtà, potrà permettersi molto meno.
Studio dei figli: tasse universitarie, master, corsi all’estero: crescono spesso più velocemente dell’inflazione media.
Casa e spese straordinarie: ristrutturazioni, manutenzioni, affitti. Se non pianifichi, ti trovi spiazzato.
In altre parole: non è solo il presente che diventa più caro, è il futuro che rischia di diventare più stretto.
Liquidità sì, ma solo quella giusta: serve un cuscinetto per le emergenze e per i progetti a breve termine. Il resto non deve restare fermo.
Investire in attività reali: azioni, obbligazioni, immobili, strumenti diversificati. Non perfetti, non sempre lineari, ma storicamente più forti dell’inflazione.
Pensare in termini reali, non nominali: non conta solo “quanto ho in banca”, ma “cosa posso comprare davvero con quei soldi”.
È un cambio di mentalità: dal guardare il numero sul conto al guardare il potere che quel numero rappresenta.
L’inflazione non è un nemico da abbattere, ma una realtà con cui fare i conti. Ignorarla significa vivere con una lente distorta, credendo di avere sicurezze che in realtà si stanno sgretolando.
Essere consapevoli invece significa fare scelte migliori oggi per avere più libertà domani. Perché i soldi non sono un fine, ma un mezzo: e se quel mezzo perde forza ogni anno, il rischio è di arrivare al futuro con un patrimonio che sembra grande, ma che vale molto meno di quanto immagini.